Il miele, prezioso prodotto delle api! Come nasce l' idromele...
Il nome idromele deriva dalle parole greche “Hýdor” (acqua) e “Méli” (miele), e qui sta l’essenza di questo prodotto, una miscela fra acqua e miele, per ottenere la fermentazione alcolica.
Pur avendo radici antichissime, attualmente l’ idromele è, paradossalmente, tra le bevande alcoliche meno conosciute e spesso confusa col sidro di mele, a causa della desinenza “mele”. In Africa e Asia è conosciuto da diversi millenni, in Europa è rimasto relegato nelle isole britanniche ed in Francia, nella regione della Bretagna, ove è molto conosciuto e apprezzato. Esistono poi altri esempi di produzione d’ idromele come in Polonia, in Carinzia e Slovenia, nei Paesi Scandinavi, in Portogallo, in Russia, negli Stati Uniti e in Canada, ma si tratta di prodotti di antichissima origine, molto diversi tra loro, con delle caratteristiche peculiari come l’ alcolizzazione, l’aromatizzazione o l’addizione di zuccheri di frutta.
L' idromele in italia
In Italia, dopo secoli di oblio, l’ idromele si riaffaccia timidamente sul mercato superando gradualmente una certa diffidenza e tentando di farsi riconoscere e apprezzare come un “nuovo” sapore nel variegato mondo dei prodotti enogastronomici tipici della provincia di Torino e del Piemonte.
Come si fa l' idromele
L’ idromele viene preparato sciogliendo il miele in acqua in debite proporzioni, ed il mosto ottenuto va posto a fermentare in tini di acciaio inox o in botti di legno di rovere o acacia per il tempo necessario a raggiungere la gradazione alcolica desiderata. Alla fermentazione segue l’operazione di chiarifica che dura almeno 6 mesi per l’idromele fermentato in tini d’acciaio, e 12-18 mesi per l’idromele fermentato in barrique di rovere o acacia.
Questa fase serve ad ottenere un prodotto limpido, al quale segue la fase di affinamento (minimo 2 mesi) e l’imbottigliamento. La fermentazione del mosto a base di miele e l’affinamento in acciaio o in legno fanno si che si vadano a strutturare aromi dall’intenso e delicato profumo di miele, note floreali, di spezie, di erbe officinali, di noce fresca ed una spiccata alcolicità.
Ogni idromele prodotto artigianalmente si caratterizza conservando dentro di sé gli aromi e i profumi dei pollini e dei nettari bottinati dalle api nel corso della bella stagione, perciò occorre procedere oculatamente nella scelta dei mieli da impiegare.
Nell’ idromele arcaico la fermentazione del mosto era probabilmente aiutata dall’apporto di lieviti e acido tartarico attraverso poltiglie di bucce di frutti come quelle del Sorbus Aucuparia L., sorbo degli uccellatori – “sorba” ed immagino fosse frequente l’aggiunta di erbe aromatiche (timo, rosmarino, ginepro, chiodo di garofano, lavanda, menta, valeriana celtica, zafferano…), per mascherare i non sempre ottimi risultati ottenuti.